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«L’aere sì pien di malizia»
Contagio e contaminazione fra biologia e cultura
Conversazioni dantesche /1
Martedì 13 ottobre 2020
Biblioteca Classense / Sala Dantesca – Via Baccarini, 3 – ore 17.30
Donata Luiselli dialoga con Elisabetta Cilli
Homo sapiens è frutto di interazioni tra biologia e cultura, aspetti strettamente correlati e mutualmente contaminanti, responsabili di una storia lunga e complessa, fatta di sfide, successi e insuccessi. La profonda conoscenza tra i due studiosi permetterà di intrecciare una conversazione su contagio e contaminazione nella scienza nel suo complesso e di rispondere a domande che la recente pandemia ha suscitato nella popolazione.
INFO
Ingresso libero. Posti limitati nel rispetto delle prescrizioni sanitarie.
Prenotazione obbligatoria tel. 0544 482227 o crc@comune.ra.it
A cura del Centro Relazioni Culturali del Comune di Ravenna e Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna
Conversazioni Dantesche – Brochure scaricabile
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Da martedì 13 ottobre a martedì 27 ottobre 2020
«L’aere sì pien di malizia» Contagio e contaminazione fra biologia e cultura
Conversazioni dantesche 2020
La diffusione mondiale del COVID-19 ha riportato improvvisamente le nostre società globalmente unificate dalla tecnologia e dal mercato in condizioni psicologiche paragonabili a quelle che il pianeta non aveva forse più conosciuto dopo la grande crisi dell’influenza “spagnola”, un secolo fa.
La relativa fragilità dei nostri presidî sanitari e delle nostre agenzie terapeutiche, e la precarietà delle nostre difese culturali e dei meccanismi politico-decisionali, fanno emergere in maniera clamorosa la persistente centralità delle nozioni di contagio e contaminazione come fattori cruciali dell’evoluzione biologica e, al tempo stesso, come vettori simbolici attraverso i quali le relazioni sociali vengono rappresentate e rinegoziate, specie nei momenti di crisi. Forse mai come ora è opportuno prendere le distanze dalle emozioni negative che il concetto di virus porta con sé e, partendo dalla biologia per approdare alla letteratura attraverso i territori dell’antropologia e della storia, accogliere la sfida lanciata più di vent’anni fa da Dan Sperber – sfida che la comunicazione digitale sembra avvalorare – a pensare la cultura come fenomeno epidemiologico ossia come effetto cumulativo della propagazione su vasta scala delle idee tramite il dispositivo del contagio, e non attraverso le tradizionali spiegazioni dei macrofenomeni con altri macrofenomeni. Le nostre reazioni al virus, allora, possono determinare non soltanto i modi in cui esso si propaga e si combatte, ma riflettono, come in un gioco di specchi, la natura virale con cui le idee, buone o cattive che siano, tendono a riprodursi e a diffondersi. La posta in gioco del futuro delle specie esige ormai di tenere insieme e di far emergere i fili intrecciati che legano da sempre biologia e cultura.
Prossimi appuntamenti:
Martedì 20 ottobre 2020
Vincenzo Matera dialoga con Ivo Quaranta
Le epidemie, alla pari di altre ‘situazioni limite’, rappresentano momenti in cui prendiamo consapevolezza della natura collettiva dei processi che fondano l’umano. Questo riposizionamento ci porta a cogliere il ruolo dell’azione umana lì dove prima agivano meccanismi culturali di naturalizzazione. Cosa possiamo dire di aver appreso finora da tale svelamento imposto dalla pandemia in corso? Come stiamo eventualmente mettendo a frutto tale lezione? In che modo le scienze umanistiche e sociali posso contribuire in questa sfida globale? Cosa c’è effettivamente in ballo in tale sfida?
Martedì 27 ottobre 2020
Nicola Bonazzi dialoga con Pier Mario Vescovo
Il contagio come elemento disgregante della società, ma anche come risorsa in grado di liberare energie rigeneranti. Da Sofocle ad Artaud (e ovviamente da Boccaccio a Manzoni), l’epidemia rappresenta un innesco drammaturgico e narrativo straordinario, soprattutto per la sua valenza simbolica. Ne ragioneranno insieme due studiosi di letteratura, di cui uno è anche drammaturgo e l’altro grande esperto di questioni teatrali.