Phoebe Stabler
Effigie di Dante, 1926, bronzo, cm 51x40x6.

La targa fu donata dal movimento britannico “Amici d’Italia” nel 1926: il poeta vi appare ritratto di profilo entro una corona di alloro. La targa fu realizzata dall’artista inglese Phoebe Stabler, molto nota negli anni Venti anche come ceramista.

Manifattura Franci, Corona di alloro, Siena, 1926, ferro battuto, cm 111x90x15.

Donata dalla Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS), la corona fu realizzata dalla ditta Franci di Siena, specializzata nella produzione artistica in ferro battuto.
La SIPS è una società che riunisce scienziati di tutta Italia, dalle origini ottocentesche ma costituitasi ufficialmente nella forma attuale nel 1908: promuove il progresso, la conoscenza e la diffusione della Scienza.

Corona di Pola, 1908, bronzo, cm 49x42x7.

Il manufatto, donato dalla comunità irredenta di Pola, reca i versi danteschi contenuti in Inferno IX: “Pola, presso del Quarnaro che Italia chiude e i suoi termini bagna”.
La corona venne donata nel 1908: le celebrazioni dantesche di quell’anno videro l’ampia partecipazione delle città istriane e giuliane che, con l’omaggio al padre della lingua italiana, esprimevano l’auspicio a divenire presto italiane anch’esse.

Corona dalmata, 1921, bronzo, cm 110x118x29.

La grande corona bronzea fu offerta alla memoria di Dante da una delegazione delle popolazioni della Dalmazia durante le celebrazioni per il VI Centenario della morte di Dante, come ricorda l’iscrizione sulla targa che compare al centro dei serti di quercia che compongono il manufatto. Sul petto della grande aquila ad ali spiegate, che ricorda l’aquila fiumana, è posto lo stemma dalmata: lo scudo con i tre leoni coronati.

Corona di Siena, 1921, ferro battuto, cm 120x107x10.

La ghirlanda venne offerta dalla sezione di Siena della Società Dante Alighieri; oltre alla targa dedicatoria sono presenti i tre stemmi simbolo della città: lo stemma della Repubblica (scudo con iscrizione “Libertas”), la Balzana del Comune (scudo troncato) e lo stemma del capitano del popolo (scudo con leone rampante).

Corona dei Minatori di Formignano, 1935, bronzo, cm 33x31x3.

La corona bronzea è costituita da due rami incrociati: a sinistra di alloro e a destra di quercia, trattenuti da un nastro che reca l’iscrizione con la data di offerta (6 maggio 1935). L’alloro, con il quale si incoronavano gli imperatori romani e i condottieri portati in trionfo, è considerato la più nobile delle piante e simbolo di gloria; la quercia, albero longevo e dal legno particolarmente robusto, rappresenta la solidità della fama del poeta. Fu offerta a Dante dai Minatori di Formignano, centro minerario nei pressi di Cesena, importante per l’estrazione dello zolfo e attivo fino ai primi anni Sessanta del Novecento.

Targa degli studenti statunitensi, 1921, bronzo e decorazioni dorate, cm 78x85x3.

Il giorno 2 agosto 1921 studenti e docenti di Harvard e di altre università americane, giunsero a Ravenna per l’omaggio a Dante in occasione del VI Centenario della morte; accolti dal sindaco Fortunato Buzzi, visitarono la basilica di San Francesco, detta anche la “chiesa di Dante”, dove il presidente della Dante Memorial Association, John Slattery, pronunciò il discorso commemorativo a nome della delegazione statunitense: “Dalla lontana America siamo venuti a questa antica città, ricca di vive memorie, per il solo scopo di esternare la nostra ammirazione per la vita e l’ingegno di Dante e per attestare il nostro amore ed omaggio alla sua venerata memoria”.

Targa della Dante League of America, 1921, bronzo, cm 41x37x3.

Targa a forma di corona con rami intrecciati di alloro e di quercia, simbolo della gloria eterna del poeta. Omaggio della Dante League of America, la targa fu spedita da New York il 30 Agosto 1921.

Effigie di Dante, 1921, bronzo, cm 43x30x3.

Dono del Reale Istituto Tecnico Angelo Secchi di Reggio Emilia, la targa propone l’iconografia del ritratto frontale del poeta, resa celebre soprattutto dall’incisione di Adolfo de carolis, cara a Gabriele D’Annunzio, “Dantes Adriacus”. Fu offerta in omaggio alla Tomba di Dante il 24 maggio 1921.

Targa di Dante dell'Argentina, 1921, rilievo in bronzo, cm 74x56x5.

La targa raffigura al centro il poeta, intento alla scrittura della Commedia, alla quale allude il contorno di scene e figure che lo circondano: Beatrice e Virgilio rappresentati allespalle di Dante; l’Inferno nella parte inferiore, dove appare anche una scena con tre figure intente allo studio della Commedia; il Purgatorio al centro, sulla destra; il Paradiso in alto.
L’abile uso dei differenti piani di rilievo e dello stiacciato rende la composizione vivace e con una buona profondità prospettica; l’opera fu offerta dall’Opera di Don Bosco della Repubblica Argentina il 14 Settembre 1921.

Ghirlanda del Lussemburgo, 1921, bronzo, cm 73x62x5.

Recata alla tomba dantesca il 27 Settembre 1921 dalla delegazione del Lussemburgo per ricordare il poeta che immortalò l’imperatore Enrico VII di Lussemburgo come “l’alto Arrigo” in Paradiso XVII e XXX.

Umberto Bellotto, Serto commemorativo, 1921, ferro battuto, cm 108x77x8.

Dono degli Italiani della Louisiana e di New Orleans, la corona fu portata a Ravenna dalla rappresentanza incaricata il 9 Settembre 1921.
L’autore, il veneziano Umberto Bellotto, che realizzò anche la bella cancellata per il Quadrarco di Braccioforte, fu tra i primi a unire l’arte vetraria a quella del ferro battuto. Il suo gusto, tardo liberty, è caratterizzato da forme molto particolari volte al virtuosismo tecnico e al recupero di stilemi neo-medievali. Fu particolarmente apprezzato da Gabriele D’Annunzio.

Porta, 1921, ferro battuto e vetro, cm 213x89x14,5.

Porta originale della Sala di Montevideo, decorata da un grande ramo di palma che richiama la decorazione ad intaglio della boiserie dell’ambiente.
Tipico del movimento delle Arts & Crafts, cui rimanda lo stile della piccola sala, è proprio la cura del singolo particolare, anche di un elemento funzionale come la porta, in modo da creare un ambiente unitario e organico dal punto di vista stilistico e decorativo. La bellezza della decorazione non può che far rimpiangere la perdita delle vetrate delle finestre, distrutte durante i bombardamenti su Ravenna tra il 1943 e il 1944, senz’altro concepite in linea con gli altri elementi della sala.

Comune di Ravenna
Istituzione Biblioteca Classense
Regione Emilia Romagna