Le medaglie qui esposte furono coniate nel 1921, in occasione della celebrazione del VI Centenario della morte del poeta. I simboli presenti alludono a Dante, del quale si celebra l’eternità della gloria poetica (alloro, quercia, palma, uroboro), alla sua sepoltura (lampada presente all’interno della Tomba), alla città di Ravenna (pino, monumenti ravennati).

Lo scultore e medaglista friulano Aurelio Mistruzzi firmò le medaglie sia per il Comitato civico che per il Comitato cattolico di Ravenna: entrambe sono presenti nella collezione con identiche iconografie ma dimensioni e metalli diversi (bronzo, argento).

Mistruzzi, del quale è bene ricordare anche le qualità umane riconosciutegli dallo Yad Vashem (Ente Nazionale per la Memoria della Shoah) di Gerusalemme, per aver contribuito a salvare più di una vita dai campi di concentramento, si formò alla celebre Scuola d’Arte della Medaglia di Roma ottenendo un buon successo come medaglista. Fu operoso anche nel campo della statuaria civile e funeraria.

Giuseppe Cellini, poliedrico artista romano in grado di spaziare dalla grafica alla pittura al design, fu autore della bellissima medaglia realizzata su commissione di Carlo Piancastelli, collezionista di memorie romagnole: Cellini faceva parte dell’entourage di Gabriele D’Annunzio, con il quale collaborava per la rivista Cronaca bizantina, di cui il letterato era direttore.

D’Annunzio, in piena auge negli anni Venti, era riferimento fondamentale anche per Adolfo De Carolis, pittore, incisore, illustratore: fu l’inventore dell’iconografia del Dantes Adriacus, soggetto di una nota xilografia così intitolata proprio da D’Annunzio e qui riproposta su una delle medaglie esposte.

Aurelio Mistruzzi, Roma, Regia Zecca, 1921.
Bronzo fuso, ø mm 85.
Bronzo fuso, ø mm 85.
Bronzo, ø mm 70.
Bronzo, ø mm 40.
Argento, ø mm 40.

Donate dal Comitato Cittadino di Ravenna.
D/ RAVENNA A DANTE = MCCCXXI-MCMXXI lungo il bordo; busto laureato di Dante a destra; alla sua sinistra un ramo di pino, simbolo di Ravenna e ricordo della sua storica pineta, cantata da Dante nella Commedia.
R/ E DURERÀ QUANTO IL MONDO LONTANA [Inferno II, 60] lungo il bordo; al centro figura femminile inginocchiata intenta a versare da un’ampolla l’olio nella lampada votiva presente alla Tomba di Dante nel 1921; a destra ramo di palma.

Aurelio Mistruzzi, Roma, Regia Zecca, 1921.
Bronzo fuso, ø mm 85.
Argento, ø mm 44.

Realizzate su commissione del Comitato Dantesco Cattolico di Ravenna.
D/ MCCCXXI = MCMXXI a destra; busto del poeta in raccoglimento, rivolto a destra.
R/ COMITATO DANTESCO CATTOLICO RAVENNA in alto lungo il bordo; figura femminile (la Fede) avanza verso il sepolcro dantesco e reca nella mano destra un ramo di ulivo e nella sinistra una croce astile. Sullo sfondo la Tomba, il campanile della chiesa di San Francesco e la pineta.

Adolfo De Carolis, Milano, Lorioli&Castelli, 1921.
Bronzo, ø mm 55.

D/ DAN TES sullo sfondo, in inciso; corona di alloro lungo il bordo; al centro busto laureato del Poeta, frontale; in alto a destra una lucerna accesa. Riprende l’iconografia del Dantes Adriacus, inventata da De Carolis e così chiamata da Gabriele D’annunzio.
R/ VI CENTENARIO DANTESCO MCCCXXI-MCMXXI nel giro interno; lungo il bordo uroboro (il serpente che si morde la coda, simbolo di eternità); al centro un libro su cui sono incise le lettere D C; dal libro esce un ramo d’alloro; sopra ardono tre fiammelle.

Giuseppe Cellini, Milano, Officine Sacchini, 1921.
Bronzo, ø mm 69.
Argento, ø mm 69.

Realizzate su commissione di Carlo Piancastelli di Fusignano.
D/ Busto del Poeta rivolto a sinistra.
R/ROMAGNA TUA [Inferno XXVII, 37] = MCMXXI in alto in cartiglio; nell’esergo CARLO PIANCASTELLI F.F. In primo piano un pino ed una coppia di buoi aggiogati condotti da un contadino.

1921.
Bronzo, ø mm 26.

Donata dalla Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
D/ Anepigrafo; profilo laureato del Poeta a sinistra.
R/ + LA F.U.C.I. nel suo XXV° ANNIVERSARIO + RAVENNA 1921 nel giro; nel campo, al centro, croce greca parzialmente coperta da uno stemma con iniziali F.S.P.

1921.
Bronzo, ø mm 32.

Donata dalla Casa di Benvenuto Cellini (Firenze).
D/ MOSTRÒ CIÒ CHE POTEA LA LINGUA NOSTRA [Purgatorio VII, 17] nel giro; busto del Poeta con copricapo a punta che cade all’indietro.
R/ VI CENTENARIO DI DANTE nel giro; al centro, entro corona di alloro legata in basso L’OMBRA SUA = TORNA CH’ERA = DIPARTITA (Inferno IV, 18); nell’esergo MCMXXI.

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Istituzione Biblioteca Classense
Regione Emilia Romagna