Biblioteca Classense / Corridoio Grande
17 aprile – 1 luglio
ORARI
• lunedì dalle 14 alle 19
• da martedì a sabato dalle 9 alle 18.30
• chiuso domenica, lunedì mattina e festivi
Ingresso libero
Inaugurazione sabato 15 aprile ore 16 presso il Corridoio Grande della Biblioteca Classense
La mostra, a cura di Sebastiana Nobili, Laura Pasquini e Alighiera Peretti Poggi, si propone di celebrare Dante attraverso le opere che a lui dedicò il pittore bolognese Wolfango Peretti Poggi, acuto lettore e interprete della Commedia.
Nel 1972 illustrò un’edizione di lusso delle tre cantiche, corredata da cento illustrazioni e pubblicata da Rizzoli-De Fonseca: la mostra espone uno dei rari esemplari ancora reperibili. I cento originali a tempera eseguiti da Wolfango, sono andati in parte perduti, dispersi nel mercato dell’arte: quelli rimasti, assieme a quelli riacquistati nel tempo dallo stesso pittore e a quelli gentilmente prestati in questa occasione da privati, sono ora tutti esposti.
Wolfango ci ha lasciato tuttavia numerosissimi accurati disegni preparatori, quasi sempre copiati dal vero, con cui è possibile ricostruire la nascita e l’iter creativo delle tavole. Laddove non è stato possibile rintracciare gli originali, si è deciso di esporre le storiche prove colore realizzate dalla casa editrice, che restituiscono comunque un’idea precisa della tavola finale.
La mostra espone inoltre alcuni disegni monocromi che il pittore realizzò all’inizio degli anni Duemila su pregiata carta Tintoretto utilizzando una cannetta di bambù e mallo di noce come inchiostro: sono le “Similitudini dantesche”, estrapolate dal testo poetico per il loro carattere eminentemente “astorico”.
È inoltre esposta una scultura in terracotta raffigurante la mano enorme del gigante Anteo che sorregge il poeta per depositarlo non già sul lago di Cocito, ma fra le terrecotte del Presepio che Wolfango ha modellato per la sua famiglia e dove l’amato Dante non poteva mancare.
Opere diverse, testimoni di uno stile eclettico, che soprattutto evidenziano quel “tarlo dantesco” che ha accompagnato Wolfango dai banchi del liceo sino alla conclusione della sua lunga vita.